lunedì 28 novembre 2016
domenica 27 novembre 2016
MILANO, 17 MAGGIO 1973: STRAGE IN QUESTURA. Lo strano “anarchico” venuto da Israele
E’ trascorso un anno dall’omicidio del commissario di polizia Luigi Calabresi,
assassinato da un killer davanti alla sua abitazione. Nel cortile della
questura di Milano, in via Fatebene- fratelli, si è da poco conclusa
una cerimonia in ricordo del funzionario, alla quale ha partecipato il
ministro dell’Interno Mariano Rumor.L’auto del ministro sta uscendo dal
portone centrale, quando un ordigno, scagliato da qualcuno nascosto tra
la folla che si è assiepata davanti all’edificio, semina il terrore: 4
morti e 52 feriti. Lo spettacolo è allucinante. L’atten- tatore viene
subito individuato, sottratto ad un tentativo di linciaggio ed
arrestato. E’ Gianfranco Bertoli, sedicente anarchico individualista,
seguace delle teorie di Steiner, ma stranamente in stretto contatto con
alcuni neofascisti veneti e – lo si scoprirà dopo – in rapporti con ilSID,
il servizio segreto militare dell’epoca. Bertoli, appena giunto in
Italia, dopo un lungo soggiorno in un Israele, sarà condannato
all’ergastolo con sentenza definitiva.
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mercoledì 23 novembre 2016
Milena Sutter, il delitto del biondino della spider rossa
Milena Sutter, appena 13 anni, figlia di Arturo
- industriale svizzero della cera per pavimenti e del lucido da scarpe - sparisce alle
cinque del pomeriggio del 6 maggio 1971. Un altro minore scomparso destinato ad
un’orribile fine, proprio come era successo due anni prima ad Ermanno
Lavorini.
Milena esce dall’esclusiva scuola elvetica che frequenta a Genova e scompare nel nulla. La prima, terribile ipotesi è quella del rapimento. Solo un mese prima, proprio a Genova, c’era stato uno dei primi sequestri di persona a scopo di estorsione mai avvenuto al di fuori della Sardegna: Sergio Gadolla, figlio di un ricco imprenditore genovese, per cinque giorni era rimasto nelle mani di una banda di rapitori politici, militanti del gruppo XXII Ottobre, una delle prime formazioni armate del terrorismo italiano. Riscatto pagato: circa 200 milioni delle vecchie lire, una cifra ingente per l’epoca, servita per autofinanziare la banda.
Sulle prime la scomparsa di Milena sembra dover essere addebitata proprio ad un sequestro di persona. Il giorno dopo la sua sparizione, nella lussuosa villa dei Sutter, arriva una telefonata: un voce maschile chiede un riscatto di 50 milioni. Poi il silenzio, fino a quando – due settimane dopo - il corpo di una giovanissima donna, appesantito da un cintura da subacqueo, riemerge 500 metri al largo della spiaggia di Priaruggia, sempre a Genova. A trovarlo sono due pescatori. Non c’è alcun dubbio: Milena Sutter è rimasta viva appena mezz’ora, forse un’ora. E’ stata strangolata prima di essere gettata in mare. I pesi che avrebbero dovuto tenere il suo corpicino sul fondo non hanno funzionato.
Chi ha ucciso una bambina di 13 anni?
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Misteri d'Italia
Milena esce dall’esclusiva scuola elvetica che frequenta a Genova e scompare nel nulla. La prima, terribile ipotesi è quella del rapimento. Solo un mese prima, proprio a Genova, c’era stato uno dei primi sequestri di persona a scopo di estorsione mai avvenuto al di fuori della Sardegna: Sergio Gadolla, figlio di un ricco imprenditore genovese, per cinque giorni era rimasto nelle mani di una banda di rapitori politici, militanti del gruppo XXII Ottobre, una delle prime formazioni armate del terrorismo italiano. Riscatto pagato: circa 200 milioni delle vecchie lire, una cifra ingente per l’epoca, servita per autofinanziare la banda.
Sulle prime la scomparsa di Milena sembra dover essere addebitata proprio ad un sequestro di persona. Il giorno dopo la sua sparizione, nella lussuosa villa dei Sutter, arriva una telefonata: un voce maschile chiede un riscatto di 50 milioni. Poi il silenzio, fino a quando – due settimane dopo - il corpo di una giovanissima donna, appesantito da un cintura da subacqueo, riemerge 500 metri al largo della spiaggia di Priaruggia, sempre a Genova. A trovarlo sono due pescatori. Non c’è alcun dubbio: Milena Sutter è rimasta viva appena mezz’ora, forse un’ora. E’ stata strangolata prima di essere gettata in mare. I pesi che avrebbero dovuto tenere il suo corpicino sul fondo non hanno funzionato.
Chi ha ucciso una bambina di 13 anni?
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Misteri d'Italia
martedì 1 novembre 2016
Acchiappafantasmi italiani a caccia di Anomalie
Giap Roma, passione per il paranormale, boom di richieste persino dai musei
(di Alessandra Magliaro) - Si definisce ‘Ghost stimulator’, avverte eventuali manifestazioni anomale intorno senza strumentazioni, le ‘riceve’ sul proprio corpo. E’ Paolo Pulcini, classe 1976 e con altri quattro investigatori fa parte del Giap: Gruppo investigativo attività paranormali di Roma.
Credere o non credere: benvenuti nel campo delle ‘anomalie’, quei fenomeni che sembrerebbero sfuggire a spiegazioni razionali. E’ un campo che in tutto il mondo raccoglie da anni grande interesse, furibonde passioni e altrettanti scetticismi. Una foto con un’ombra: è un fantasma? Un parente dell’al di là? Una presenza antica che abita il luogo? I canali tematici televisivi sono pieni di programmi sul tema, format americani talmente spettacolarizzati da aumentare il dubbio sulla veridicità delle prove.
Questa è la storia di uno dei tanti gruppi italiani che indagano, 4 o 5 le formazioni storiche come il Ght ghost hunters team, ma di nuove squadre ne nascono continuamente di nuove anche se poi andare avanti non è facile.
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venerdì 28 ottobre 2016
Il mondo finirà nel 2017: arriva l'eclissi dell'Apocalisse
L'eclissi solare totale che interesserà gli USA nell'agosto 2017 dovrebbe segnare l'inizio dell'Apocalisse
Bisogna sottolineare che lo stesso libro dice chiaramente che nessuno può conoscere la data esatta dell’Apocalisse, ma ad ogni insolito fenomeno celeste c’è sempre qualcuno che lancia moniti allarmistici. Nel 2017 cadrà però anche un anniversario che suona come una sinistra coincidenza: lo stato di Israele, istituito nel 1947 dopo la Seconda Guerra Mondiale, compirà 70 anni, la durata esatta di una generazione biblica. Pare che anche un rabbino del XII secolo, Judah Ben Samuel, abbia predetto la fine del mondo per il 2017.
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martedì 25 ottobre 2016
I MISTERI DEL SIMBOLO DI TRIESTE
Lo stemma araldico della Città di
Trieste è un Alabarda bianca (o d’argento) in campo rosso. Che
garrisce al vento su tutte le bandiere cittadine. Compresa quella
grandissima che ogni mattina viene issata, assieme al Tricolore, sui
due giganteschi piloni di Piazza Unità d’Italia. I Triestini sono
molto fieri e gelosi del proprio stemma. Profondamente legato alla
storia ed alle radici della Città e della Triestinità. Guai a
scambiare l’alabarda per un giglio. Ma l’Alabarda che non è soltanto
un simbolo civico, ma anche cristiano. Bene o male ricorda una
croce. La cui vicenda è strettamente intrecciata con
l’evangelizzazione della città all’epoca dei Martiri e delle
persecuzioni. La tradizione locale ed i racconti agiografici narrano
di un Tribuno Romano della XV Legione "Apollinare" di stanza a
Tergestum (l’antico nome di Trieste), sul finire del III° secolo
d.C., di nome Sergio. Costui, in città si convertì al Cristianesimo,
e quando il suo reparto venne trasferito in Oriente, tirando già
aria di persecuzioni, nel congedarsi dai proprio correligionari
triestini, disse loro che in caso di morte avrebbe mandato un
Signum celeste. Effettivamente, nel 301, probabilmente in
Mesopotamia (secondo altri in Siria), allora provincia dell’Impero
Romano, essendosi rifiutato di sacrificare agli dei, Sergio venne
messo a morte tramite decapitazione, ma non prima di essere stato
sadicamente torturato. Venne costretto a trainare un carro con dei
chiodi ai piedi. Il Signum promesso ai Triestini, piovve dal
cielo in mezzo al Foro sull’attuale Colle di San Giusto, nel giorno
del suo martirio. Ed era una Alabarda.
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Stemma di Trieste concesso dall'imperatore Federico III d'Asburgo |
lunedì 10 ottobre 2016
Tiriolo Cz: Lo scheletro del Gigante del Corace – Calabria Misteriosa.
E’ proprio così anche la Calabria ha i suoi misteri, e tocca a me
quest’oggi, introdurre il viaggiatore del XXI secolo nel fitto mistero
che aleggia su Tiriolo.
Nella nostra Calabria esiste nel declivio nord della collina, esattamente nelle contrade Tozzina e Santa Caterina, una vera e propria necropoli di cinque-seimila anni fa, quindi di un’epoca di molto anteriore all’arrivo dei Greci (circa ottocento anni prima di Cristo). Ecco che chi di dovere, che ha parlato per primo di questa necropoli è stato don Emilio Prioglio, proprietario di una parte della Tòzzina.
La cosa che allora sembrava esagerata, ma che comunque fu riferita – con una vera e propria relazione – alla Soprintendenza alle Antichità di Reggio Calabria (diretta allora da De Franciscis )- fu che lo stesso Prioglio parlava di “tombe di giganti”. “Una tibia trovata in una di queste tombe” disse don Emilio “mi arrivava addirittura a metà femore”. Cioè a metà coscia ; ed era dunque, di una lunghezza spropositata, considerando anche che don Emilio Prioglio, piemontese, era alto.
Un operaio, Peppino Paparo, arrivò a dire che uno scheletro era lungo addirittura circa due metri e sessanta .Si trovò un intero cranio completo di mascelle inferiore e superiore che presentavano tutti i denti e che gli sembrò veramente grande.
Si fece vedere quel cranio al dott,. Ferrari, medico del paese, il quale a sua volta scese alla Tozzina e filmò quello che c’era nella tomba. Le mascelle finirono, grazie a Dario Leone di Nicastro, studioso di antropologia, prima alla Soprintendenza alle antichità di Reggio, all’attenzione del prof. Tinè; da questi furono quindi inviate all’Istituto di Paleontologia Umana di Roma-via Giulio Caccini- e infine da qui spedite, per un ulteriore studio, a Firenze – Istituto di Antropologia- dove furono affidate alla professoressa Massari.
Tutto questo successe a Tiriolo centro agricolo della Sila piccola, situato a nord dell’ istimo di Catanzaro, sopra un poggio che segna displuvio, tra la valle del fiume Amato, sul versante tirrenico e quella del fiume Corace sul versante ionico.
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Nella nostra Calabria esiste nel declivio nord della collina, esattamente nelle contrade Tozzina e Santa Caterina, una vera e propria necropoli di cinque-seimila anni fa, quindi di un’epoca di molto anteriore all’arrivo dei Greci (circa ottocento anni prima di Cristo). Ecco che chi di dovere, che ha parlato per primo di questa necropoli è stato don Emilio Prioglio, proprietario di una parte della Tòzzina.
La cosa che allora sembrava esagerata, ma che comunque fu riferita – con una vera e propria relazione – alla Soprintendenza alle Antichità di Reggio Calabria (diretta allora da De Franciscis )- fu che lo stesso Prioglio parlava di “tombe di giganti”. “Una tibia trovata in una di queste tombe” disse don Emilio “mi arrivava addirittura a metà femore”. Cioè a metà coscia ; ed era dunque, di una lunghezza spropositata, considerando anche che don Emilio Prioglio, piemontese, era alto.
Un operaio, Peppino Paparo, arrivò a dire che uno scheletro era lungo addirittura circa due metri e sessanta .Si trovò un intero cranio completo di mascelle inferiore e superiore che presentavano tutti i denti e che gli sembrò veramente grande.
Si fece vedere quel cranio al dott,. Ferrari, medico del paese, il quale a sua volta scese alla Tozzina e filmò quello che c’era nella tomba. Le mascelle finirono, grazie a Dario Leone di Nicastro, studioso di antropologia, prima alla Soprintendenza alle antichità di Reggio, all’attenzione del prof. Tinè; da questi furono quindi inviate all’Istituto di Paleontologia Umana di Roma-via Giulio Caccini- e infine da qui spedite, per un ulteriore studio, a Firenze – Istituto di Antropologia- dove furono affidate alla professoressa Massari.
Tutto questo successe a Tiriolo centro agricolo della Sila piccola, situato a nord dell’ istimo di Catanzaro, sopra un poggio che segna displuvio, tra la valle del fiume Amato, sul versante tirrenico e quella del fiume Corace sul versante ionico.
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