Sono secoli che studiosi, filosofi, scienziati e letterati
tentano inutilmente di ricollocare il mitico continente di Atlantide
nella geografia interpretando ora Platone ora tutte le leggende
mediterranee che ne hanno fatto il proprio fulcro, e sono secoli che
ogni tentativo viene frustrato da mancanza di prove concrete, ma anche
solo di indizi, testimonianze, idee. Sembra che oggi si sia sul punto di
arrivare a uno stravolgimento delle convinzioni tradizionali e che una
nuova luce possa essere gettata sulla madre di tutti i miti e sulla
nostra stessa genesi come popolo italico. In questa, che è soprattutto
un'operazione culturale, giocano un ruolo da protagoniste l'archeologia e
la geologia --oltre alla rivisitazione storica e filologica-- in un
recupero del metodo scientifico come approccio risolutivo anche per le
questioni apparentemente solo umanistiche o sociali.
Di volta in volta l'isola di Santorini, le isole britanniche, le
Azzorre e le Canarie (e recentemente anche l'arcipelago nipponico o le
coste turche) sono stati i luoghi maggiormente indiziati come gli ultimi
retaggi del continente perduto narrato da Platone nel Crizia e nel
Timeo. Protetta da mura circolari di metallo e dotata di grande
disponibilità di beni naturali, beneficiata da raccolti tre volte
all'anno e da minerali preziosi del sottosuolo, Atlantide era una terra
promessa situata al di là delle Colonne d'Ercole. Già, ma dov'erano
quelle mitiche colonne 2000 anni fa? Oggi tutti le collocano a
Gibilterra, ma le analisi dei testi precedenti la nuova geografia di
Eratostene --il primo a destinarle fra Spagna e Marocco -- dimostrano
che c'era molta confusione su dove piazzare i limiti del mondo quando la
geografia non la facevano ancora i greci, ma i fenici e i cartaginesi,
eredi di quegli antichi popoli del mare di cui si erano perdute le
tracce dopo un avvenimento catastrofico (Atlantide non si è a un certo
punto clamorosamente inabissata?).
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giovedì 12 giugno 2014
domenica 1 giugno 2014
Il disegno dell’uovo di struzzo di Saqqara raffigura le Piramidi di Giza: ecco le prove !
Oggi mi rechero’, virtualmente, di nuovo, in Egitto presso Assuan per analizzare un uovo di struzzo mostrato dal commentatore televisivo esperto in misteri Giacobbo alcuni mesi fa’ sul quale e’ presente un disegno un po’ strano: tre triangoli che potrebbero essere le Piramidi di Giza che il presunto possessore dell’uovo avrebbe visto e disegnato…., cosa strana e’ che questo uovo di struzzo e’stato datato col metodo carbonio 14 tra il 4000 4500 a.C. mentre si sostiene che le Piramidi di Giza siano state costruite intorno al al 2570 a.C. una cosa che se provata imbarazzerebbe la classica egittologia…
Gia’ nel mio precedente viaggio virtuale dopo aver fatto un resoconto della Grande Piramidi mostrai tutti i limiti di una teoria che indica come Cheope il suo costruttore, fatto basato su labili prove Da Erodoto che si basa sul racconto di sacerdoti egizi, da un semplice ed errato nomignolo trovato in una delle stanze della piramide frutto della frode dell’ ex colonnello Vyse che con Hill trovo’ le quattro camere superiori della Grande Piramide, senza considerare gli assurdi sistemi di costruzioni ipotizzati e il fatto stesso che gli egiziani raggiunsero il massimo livello architettonico con la grande piramide e poi si dimenticarono come si costruisse una perfetta piramide , infatti le piramidi delle dinastie successive sono tutte un cumulo di rovine come se La grande Piramide fosse stata un modello iniziale cui i metodi di costruzioni seppur imitati non sono stati scoperti; ancor tutt’oggi con gli attuali mezzi moderni avremmo difficolta’ a realizzare una uguale Piramide , tutto questo e tant’altro scrissi nell’articolo piuttosto vecchiotto quale http://www.emilioacunzo.it/index.php/sappiamo-tutto-delle-piramidi-o-quasi-tutto-2/ che vi consiglio di leggere per avere informazioni dettagliate su ipotesi alternative a quelle della Classica Egittologia.
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Gia’ nel mio precedente viaggio virtuale dopo aver fatto un resoconto della Grande Piramidi mostrai tutti i limiti di una teoria che indica come Cheope il suo costruttore, fatto basato su labili prove Da Erodoto che si basa sul racconto di sacerdoti egizi, da un semplice ed errato nomignolo trovato in una delle stanze della piramide frutto della frode dell’ ex colonnello Vyse che con Hill trovo’ le quattro camere superiori della Grande Piramide, senza considerare gli assurdi sistemi di costruzioni ipotizzati e il fatto stesso che gli egiziani raggiunsero il massimo livello architettonico con la grande piramide e poi si dimenticarono come si costruisse una perfetta piramide , infatti le piramidi delle dinastie successive sono tutte un cumulo di rovine come se La grande Piramide fosse stata un modello iniziale cui i metodi di costruzioni seppur imitati non sono stati scoperti; ancor tutt’oggi con gli attuali mezzi moderni avremmo difficolta’ a realizzare una uguale Piramide , tutto questo e tant’altro scrissi nell’articolo piuttosto vecchiotto quale http://www.emilioacunzo.it/index.php/sappiamo-tutto-delle-piramidi-o-quasi-tutto-2/ che vi consiglio di leggere per avere informazioni dettagliate su ipotesi alternative a quelle della Classica Egittologia.
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Gia’
nel mio precedente viaggio virtuale dopo aver fatto un resoconto della
Grande Piramidi mostrai tutti i limiti di una teoria che indica come
Cheope il suo costruttore, fatto basato su labili prove Da Erodoto che
si basa sul racconto di sacerdoti egizi, da un semplice ed errato
nomignolo trovato in una delle stanze della piramide frutto della frode
dell’ ex colonnello Vyse che con Hill trovo’ le quattro camere superiori
della Grande Piramide, senza considerare gli assurdi sistemi di
costruzioni ipotizzati e il fatto stesso che gli egiziani raggiunsero il
massimo livello architettonico con la grande piramide e poi si
dimenticarono come si costruisse una perfetta piramide , infatti le
piramidi delle dinastie successive sono tutte un cumulo di rovine come
se La grande Piramide fosse stata un modello iniziale cui i metodi di
costruzioni seppur imitati non sono stati scoperti; ancor tutt’oggi con
gli attuali mezzi moderni avremmo difficolta’ a realizzare una uguale
Piramide , tutto questo e tant’altro scrissi nell’articolo piuttosto
vecchiotto quale
http://www.emilioacunzo.it/index.php/sappiamo-tutto-delle-piramidi-o-quasi-tutto-2/
che vi consiglio di leggere per avere informazioni dettagliate su
ipotesi alternative a quelle della Classica Egittologia - See more at:
http://www.emilioacunzo.it/index.php/uovo/#sthash.m6VslyKA.dpuf
Oggi mi rechero’, virtualmente, di nuovo, in Egitto presso Assuan per analizzare un uovo di struzzo mostrato dal commentatore televisivo esperto in misteri Giacobbo
alcuni mesi fa’ sul quale e’ presente un disegno un po’ strano: tre
triangoli che potrebbero essere le Piramidi di Giza che il presunto
possessore dell’uovo avrebbe visto e disegnato…., cosa strana e’ che
questo uovo di struzzo e’stato datato col metodo carbonio 14 tra il 4000 4500 a.C. mentre si sostiene che le Piramidi di Giza siano state costruite intorno al al 2570 a.C. una cosa che se provata imbarazzerebbe la classica egittologia…
- See more at: http://www.emilioacunzo.it/index.php/uovo/#sthash.m6VslyKA.dpufgiovedì 22 maggio 2014
L'arca di Noè era rotonda
di Sabrina Pieragostini
Un'alluvione catastrofica sta per distruggere l'umanità. Dio si rivolge al suo prediletto e gli rivela come salvare la sua famiglia e tutti gli animali, facendoli salire a due a due su una nave costruita seguendo le sue indicazioni. Se pensate di aver già sentito questa storia, avete proprio ragione: sembra proprio il racconto di Noè e dell'Arca. Ma in realtà, questo non è il testo biblico, ma la traduzione di una tavoletta mesopotamica che ha riservato una novità inattesa.Quel piccolo blocco di argilla, antico di quasi 4 mila anni e ricoperto di parole incise in cuneiforme, è stato definito uno dei più importanti documenti mai scoperti. A leggerlo ed interpretarlo, è stato un curatore del British Museum, Irving Finkel, che ha subito capito di trovarsi di fronte alla descrizione del Diluvio Universale, se non fosse per un dettaglio assolutamente originale: nel testo, vengono date indicazioni per costruire una enorme barca di forma circolare. "È stato un momento da infarto scoprire che l'Arca doveva essere rotonda. Una vera sorpresa!", ha detto lo studioso parlando all' Associated Press.
Sul suo blog, ha poi aggiunto: "Nessuno aveva mai pensato a questa possibilità. La tavoletta descrive il materiale necessario per costruirla: corda in fibra di palma, nervature di legno e tinozze di bitume bollente per rendere il vascello impermeabile. Il risultato è un tradizionale coracle (una barca fluviale tondeggiante, tuttora usata nel Regno Unito e in Oriente, N.d.A.), ma la più grande che il mondo abbia mai immaginato, con una superficie di 3600 metri quadrati, equivalenti a 2/3 di un campo da calcio, e pareti alte 6 metri. La quantità di corda necessaria, se distesa in linea retta, collegherebbe Londra ad Edimburgo!"
Per quanto imprevista, l'Arca rotonda avrebbe avuto comunque un senso. Sigillata con il bitume, non sarebbe affondata e sarebbe scivolata sulle acque tempestose di quella alluvione senza precedenti. "Non doveva andare da nessuna parte, doveva solo galleggiare ed era un tipo di imbarcazione che conoscevano molto bene: è ancora usata in Iran e in Iraq per trasportare il bestiame da un lato all'altro dei fiumi", ha detto Finkel al quotidiano The Telegraph. Ma la sua traduzione ha fatto andare su tutte le furie i gruppi cristiani fondamentalisti e creazionisti, coloro cioè che ritengono la Bibbia un testo sacro da prendere alla lettera- a partire dalla Genesi, messa in contrapposizione al Darwinismo.
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venerdì 16 maggio 2014
Scoperto pianeta cugino della Terra “È abitabile, forse acqua in superficie”
L’ annuncio della Nasa: è in orbita attorno a una stella nana. È più grande
del 10% rispetto al nostro pianeta. Potrebbe ospitare alcune forme di vita
Scoperto il primo pianeta roccioso di dimensioni del tutto simili a quelle della Terra sul quale potrebbe scorrere acqua allo stato liquido: una condizione fondamentale, questa, per poter ospitare forme di vita. Si trova nel nostro stesso “angolo” della Via Lattea ed è stato identificato dall’occhio del più celebre «cacciatore di pianeti» della Nasa, il telescopio spaziale Kepler. Le sue caratteristiche sono riassunte in una dettagliata “carta d’identità” pubblicata sulla rivista Science.
Chiamato Kepler-186f, il nuovo pianeta è più grande del 10% rispetto alla Terra ed è il più esterno di cinque pianeti che ruotano intorno ad una nana rossa (una stella più piccola e fredda del nostro Sole) distante 500 anni luce. Secondo i calcoli della Nasa, Kepler-186f completa la sua orbita in 130 giorni, e la distanza che lo separa dalla sua stella è pari a quella che c’è tra il Sole e Mercurio: si trova dunque nella cosiddetta “zona abitabile”, ossia nella regione in cui riceve luce e calore tali da poter mantenere acqua liquida sulla sua superficie.
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sabato 10 maggio 2014
Le Trasmissioni Segrete Della NASA - La Pistola Fumante (The Secret NASA Transmissions - The Smoking Gun)
Martin Stubbs, manager di un’emittente televisiva canadese, registrava
le trasmissioni ufficiali delle missioni Shuttle della NASA quando
scoprì, impresse nei nastri, delle strane “anomalie” presenti spesso
nello spazio vicino alle navette terrestri. Quegli avvistamenti
rappresentano una importante prova dell’esistenza di “oggetti” non
terrestri presenti nello spazio perché le immagini in cui compaiono sono
quelle trasmesse in diretta dalla stessa NASA in un periodo, inoltre,
in cui non era ancora presente la tecnologia digitale di oggi. Tutto
questo convalidato anche dai colloqui in diretta tra gli astronauti al
lavoro fuori dalle navette e la basa a terra, dialoghi in cui si fa
spesso riferimento ad oggetti non identificati e che spesso vengono
censurati o addirittura secretati. Nonostante le spiegazioni ufficiali
di ciò che di strano compare nei nastri è evidente che non si tratta di
qualcosa spiegabile solamente come un fenomeno naturale, come dimostrerà
Martin nel corso del documentario e, ovviamente, come potrete vedere
anche voi stessi.
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martedì 6 maggio 2014
LA CREAZIONE DELL'UOMO
a cura di Filippo Cozzatelli
Quando i Nefilim arrivarono, circa 450.000 anni fa, un terzo della Terra era coperto da ghiacci (seconda glaciazione), il livello dei mari era più basso (fino a 200 metri) e le condizioni climatiche di alcuni luoghi erano decisamente diverse da come le conosciamo ora. Scelsero tre luoghi che a turno divennero il centro di una civiltà antica: la regione del Nilo, quella dell’Indo e quella del Tigri e dell’Eufrate, tutte ricche di acqua, petrolio (tranne quella dell’Indo) e con un clima temperato. La prima città fondata fu Eridu, poi ne seguirono altre sei, ma la cosa importante è che non furono costruite in modo casuale, ma con una logica ben precisa: il Monte Ararat domina l’altopiano armeno con il suo diametro di 40 km e con le due altissime cime perennemente innevate (Piccolo Ararat e Grande Ararat) ed è adattissimo per farci passare un immaginario meridiano che va ad intersecare il corso dell’Eufrate, inoltre è un luogo accessibile sia via terra (intorno al massiccio montuoso c’è un’enorme pianura per poter atterrare) che via fiume (L’Eufrate con le sue ricche fonti di bitumi superficiali); le tre città di Bad Tibira, Shuruppak e Nippur si trovano su una linea che forma un angolo preciso di 45° rispetto al meridiano di Ararat e che incrocia il meridiano esattamente a Sippar! Le altre due città, Eridu e Larsa, si trovano anch’esse lungo un’altra linea che incrocia la prima e il meridiano di Ararat proprio a Sippar. Basandoci su un antico schizzo che metteva Nippur al centro di un cerchio, e tracciando cerchi concentrici che toccano le diverse città, scopriamo che un’altra delle antiche città sumeriche, Lagash, si trovava esattamente su uno di questi cerchi, in posizione perfettamente speculare a Larsa. Cosi costruite diventavano, dall’alto, un facile modo per poter individuare ed atterrare senza problemi. Sippar divenne il loro porto spaziale e Nippur il centro di controllo della missione.
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Quando i Nefilim arrivarono, circa 450.000 anni fa, un terzo della Terra era coperto da ghiacci (seconda glaciazione), il livello dei mari era più basso (fino a 200 metri) e le condizioni climatiche di alcuni luoghi erano decisamente diverse da come le conosciamo ora. Scelsero tre luoghi che a turno divennero il centro di una civiltà antica: la regione del Nilo, quella dell’Indo e quella del Tigri e dell’Eufrate, tutte ricche di acqua, petrolio (tranne quella dell’Indo) e con un clima temperato. La prima città fondata fu Eridu, poi ne seguirono altre sei, ma la cosa importante è che non furono costruite in modo casuale, ma con una logica ben precisa: il Monte Ararat domina l’altopiano armeno con il suo diametro di 40 km e con le due altissime cime perennemente innevate (Piccolo Ararat e Grande Ararat) ed è adattissimo per farci passare un immaginario meridiano che va ad intersecare il corso dell’Eufrate, inoltre è un luogo accessibile sia via terra (intorno al massiccio montuoso c’è un’enorme pianura per poter atterrare) che via fiume (L’Eufrate con le sue ricche fonti di bitumi superficiali); le tre città di Bad Tibira, Shuruppak e Nippur si trovano su una linea che forma un angolo preciso di 45° rispetto al meridiano di Ararat e che incrocia il meridiano esattamente a Sippar! Le altre due città, Eridu e Larsa, si trovano anch’esse lungo un’altra linea che incrocia la prima e il meridiano di Ararat proprio a Sippar. Basandoci su un antico schizzo che metteva Nippur al centro di un cerchio, e tracciando cerchi concentrici che toccano le diverse città, scopriamo che un’altra delle antiche città sumeriche, Lagash, si trovava esattamente su uno di questi cerchi, in posizione perfettamente speculare a Larsa. Cosi costruite diventavano, dall’alto, un facile modo per poter individuare ed atterrare senza problemi. Sippar divenne il loro porto spaziale e Nippur il centro di controllo della missione.
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domenica 27 aprile 2014
Gesù aveva una moglie? Ecco il papiro che “svela il mistero”
La scienza conferma: il frammento in cui si fa riferimento alla sposa del Cristo è antico e non un falso di età moderna.
Poco più di un brandello di papiro (circa quattro centimetri di altezza per nove di lunghezza) sul quale si dibatte da diversi anni, tra l’entusiasmo e lo scetticismo di quanti credono di avere tra le mani la chiave per svelare un segreto del passato contrapposti a coloro i quali sollevano ancora leciti sospetti. Adesso però giunge la conferma del mondo scientifico a porre fine alla controversia che va avanti dal 2012: dopo due anni di accurate indagini diagnostiche, la Harvard Divinity School ha infatti annunciato che il frammento in questione non sarebbe affatto un falso di età moderna ma che risalirebbe ad un arco di tempo compreso tra il VI ed il IX secolo. Il suo contenuto testuale, però, potrebbe essere ancora più antico: ma perché ci interessa tanto?
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