Se Corbusier le definì “la più bella architettura naturale del mondo”
un motivo c’è. Anzi, più d’uno: le Dolomiti sono una vera costruzione,
formatasi nel tempo grazie alle alghe e alle barriere coralline, e sono
così straordinarie da non temere confronti. Le dimensioni, la
composizione e la ricchezza del paesaggio, amplificata da colori senza
eguali, ne hanno fatto una meta di artisti da tutto il mondo ma
soprattutto hanno permesso il maggior riconoscimento da parte
dell’Unesco, che nel 2009 le ha proclamate Patrimonio naturale dell’Umanità.
Di giorno sono visitate dagli amanti dell’alta montagna, che le scelgono per escursioni in estate e lunghe sciate in inverno; la sera si colorano di rosa per l’affascinante fenomeno detto “enrosadira”, che pare avere origini leggendarie. |
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Le
storie mitiche sono infatti tra le principali protagoniste di queste
cime, e ancora oggi il popolo delle Dolomiti le ama raccontare: è sul
Catinaccio (in tedesco Rosengarten, ovvero Giardino delle rose) che si
narra vivesse il potente re Laurino, così amante delle rose da coltivare
con passione un giardino ad esse dedicato. |
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sabato 24 novembre 2012
LE DOLOMITI: PARTICOLARITÀ e LEGGENDE
domenica 11 novembre 2012
I Cavalieri Templari
I Templari furono un ordine monastico-cavalleresco (cioè erano allo stesso tempo monaci e soldati) fondato nel 1119 da Hugues de Payen,
insieme ad altri otto confratelli, a Gerusalemme. Venti anni prima, il
15 luglio del 1099, i principi che avevano sottoscritto la Prima
Crociata, indetta da papa Urbano II, avevano riconquistato Gerusalemme
sottraendola ai Saraceni. Il principe Baldovino di Fiandra, fratello di
Goffredo di Buglione, divenne primo re di Gerusalemme col nome di Baldovino I.
La Terrasanta, però, continuava a rimanere terreno pericoloso per i
frequenti scontri con i Saraceni che premevano per riprendersi il Santo
Sepolcro, così, secondo le fonti storiche ufficiali, nacque l'idea della
costituzione di un ordine militare per la protezione e la difesa armata
dei pellegrini, organizzata internamente come un ordine monastico.
Baldovino, il patriarca di Gerusalemme e tutto l'alto clero appoggiarono
l'impresa e il re concesse loro di occupare le vaste scuderie ricavate
nei sotterranei della Grande Moschea di Al-Aqsa, costruita sul luogo
dove un tempo sorgeva il Tempio di Salomone. Per tale motivo, il gruppo neoformato cominciò ad essere chiamato "Cavalieri del Tempio" e quindi Cavalieri Templari. In realtà come ordine monastico vero e proprio venne approvato soltanto nel 1128, con il Concilio di Troyes,
tenutosi sotto il pontificato di papa Onorio II. A spingere il papa,
ancora restio all'idea che un monaco potesse essere abilitato a spargere
sangue, a concedere loro il riconoscimento ufficiale fu San Bernardo di Chiaravalle, allora massimo esponente dell'ordine dei Frati Cistercensi, che redasse per loro una Regola specifica mutuata da quella dei suoi confratelli. Innocenzo II,
che doveva a San Bernardo l'elezione al soglio pontificio, concesse
loro nel 1139 una prima serie d'importanti privilegi. Infine Eugenio III, nel 1147, concesse ai Templari, che già indossavano il mantello bianco, l'autorizzazione ad aggiungervi una croce rossa.
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Cavalieri templari
Storia
I templari
sabato 3 novembre 2012
La strage di Ustica
La richiesta di rinvio a giudizio e la perizia d'ufficio
sui tracciati radar sembrano confermare l'ipotesi che il DC-9,
precipitato (con 81 persone a bordo) sul cielo
dell'isola di Ustica la sera del 27 giugno 1980, sia stato abbattuto da
un missile lanciato per errore. Ma questi documenti possono dirci poco
sugli istanti finali
dell'attacco. Perché il missile ha abbattuto l'aereo di linea e non il
presunto caccia che gli volava sotto? Quali sono state le prime
conseguenze della deflagrazione?
Che fine ha fatto il missile?
Con l'ausilio di immagini inedite del relitto "NOVE da Firenze" propone alcune risposte.
(...)
La vicenda
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verità giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
(...)
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio
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Con l'ausilio di immagini inedite del relitto "NOVE da Firenze" propone alcune risposte.
(...)
La vicenda
Trascorsi 20 anni non e stata ancora raggiunta una verità giudiziaria sulla tragedia aerea che, il 27 giugno 1980, provocò sul cielo di Ustica la morte di 81 persone. A squarciare il velo del mistero paiono indirizzate la richiesta di rinvio a giudizio di 10 indagati e la perizia d'ufficio consegnate di recente al giudice istruttore Rosario Priore.
"NOVE da Firenze" ricostruisce un'ipotesi della dinamica e pubblica immagini inedite del relitto.
(...)
I tracciati radar
Il DC9 Itavia decolla dall'aeroporto di Bologna e prende la rotta Siena-Ponza-Palermo. Mentre sale in quota incontra due F104 italiani in missione di addestramento. Sul cielo di Grosseto si aggiungono altri due velivoli: un altro DC9 diretto da Bergamo a Ciampino e un aereo militare, che potrebbe essere un MIG libico. Alle 20:45 i caccia italiani virano all'improvviso e probabilmente lanciano un segnale d'allarme. Intorno al DC9 con in coda il MIG libico, sul cielo tra Ponza e Ustica, si avvicinano almeno sei aerei: due potrebbero essere Corsair americani (perche un serbatoio supplementare fu rinvenuto sul fondale marino nei pressi del DC9); due potrebbero essere francesi, alzatisi in volo dalla base di Solenzara in Corsica; altri due potrebbero essersi alzati in volo da una portaerei americana.
Alle 20:59 il DC9 viene danneggiato dall'esplosione di un missile e precipita in mare. Potrebbe essere stato colpito da uno dei sei aerei NATO nel tentativo di centrare il MIG. L'aereo libico, gravemente danneggiato, si dirige verso la Calabria e precipita sui monti della Sila. Il relitto del MIG viene ritrovato "ufficialmente" il 17 luglio
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STRAGE DI USTICA/ Priore: ecco chi copre la verità
Strage di Ustica
La verità sulla strage di Ustica
L’Ue ci ripensa, niente inchiesta sul caso Ustica
lunedì 29 ottobre 2012
Area 51
L'Area 51, inizialmente chiamata "Nevada Test Site - 51" e
successivamente ribattezzata con il nome attuale, consiste in una vasta
zona militare operativa di 26.000 km2, situata vicino al villaggio di Rachel a circa 150 km a nord-ovest di Las Vegas, nel sud dello stato statunitense del Nevada. Nonostante sia situata nella vasta regione appartenente alla Nellis Air Force Base, le strutture nei pressi del Groom Lake sembrano essere gestite come se fossero un distaccamento dell'Air Force Flight Test Center della base aerea di Edwards nel Deserto del Mojave e, come tale, la base è nota con il nome di Air Force Flight Test Center (Detachment 3)[1][2].
Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",[3], "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport"[4]. Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.[5]
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Le strutture della base sono anche note come "Dreamland", "Paradise Ranch",[3], "Home Base", "Watertown Strip", "Groom Lake" e più recentemente "Homey Airport"[4]. Spesso i piloti militari chiamano lo spazio aereo attorno alla base come "The Box" (la scatola).
Gli elevati livelli di segretezza che circondano la base e il fatto che la sua esistenza sia solo vagamente ammessa dal governo statunitense ha reso questa base un tipico soggetto delle teorie del complotto e protagonista del folklore ufologico.
Nel corso del 2009 diversi ex-funzionari che hanno lavorato nell'Area 51 sono stati autorizzati a rilasciare dichiarazioni, affermando che l'Area serviva per lo sviluppo e il test di apparecchiature tecnologicamente all'avanguardia (jet militari, moduli lunari, ecc.) nella massima segretezza.[5]
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Dentro Area 51, la base del mistero
I misteri e le teorie sull'Area 51
sabato 27 ottobre 2012
La vera storia del Conte Dracula
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domenica 14 ottobre 2012
Il simbolismo della cattedrale di Chartres
La
città di Chartres sorge sulle rive del fiume Eure, in una fertile
pianura, a una novantina di km a sudovest di Parigi.
La sua cattedrale è una delle più venerate e misteriose del mondo, anche per il luogo ove è situata. Prima ancora che i Galli e i Celti prosperassero in questa parte d'Europa, i costruttori dei cerchi megalitici del tipo di Stonehenge si erano messi all'opera nella regione, innalzando un dolmen e un pozzo all'interno di un tumulo di terra.
Il dolmen, costituito
da due o tre massicce pietre grezze reggenti un grosso masso appiattito,
formava un vano riparato abbastanza alto perché un uomo lo potesse
attraversare.
Si ritiene che il vano incorporasse un punto del suolo particolarmente attivo, un'importante fertile fonte di energia emanante dalla terra. Queste correnti telluriche montavano e si affievolivano secondo le stagioni, e rivitalizzavano chiunque ne venisse in contatto. Fu così che il tumulo, il pozzo e il dolmen cominciarono a essere venerati come suolo sacro. Più tardi i Druidi, ossia i sacerdoti celtici della Gallia e della Bretagna, fondarono un collegio a Chartres, e la località divenne un centro d’insegnamento druidico. Il tumulo e il dolmen acquistarono nuovo significato: quando una visione profetica informò i sacerdoti che una vergine stava per dare alla luce un bambino, essi intagliarono nel tronco di un pero un'immagine della fanciulla con l'infante seduto sulle ginocchia. Dopo di che collocarono la statua accanto al pozzo e alla fonte di energia all'interno del dolmen, e la battezzarono 'Vergine Sotterranea'. L'iscrizione fu modificata più tardi in 'Virgini pariturae', ossia la Vergine che partorirà un bambino. Quando i primi cristiani giunsero a Chartres, nel III secolo, videro la scultura della Vergine, ormai annerita dal tempo e situata in una grotta, e la adorarono come la Vergine Nera. La chiesa che costruirono sul luogo fu consacrata alla Madonna, come tutte le altre chiese e cattedrali erette successivamente. La nicchia fu detta 'Grotta dei Druidi' e fu inglobata nella cripta della chiesa, e, per ragioni che ignoriamo, il pozzo accanto ad essa fu denominato 'Pozzo dei Forti'.
Dove
furono attinte le conoscenze indispensabili alla
costruzione?
Da varie
informazioni frammentarie si delinea una vicenda assai
singolare. La storia ha inizio con
Bernardo di Chiaravalle,
fondatore dell'ordine monacale dei cistercensi, che ispirò
nove cavalieri di Francia ad abbandonare i loro possedimenti
mondani e ad andare in cerca dei segreti che
si riteneva giacessero sepolti nel "Sancta Sanctorum", sotto
le rovine del Tempio di Salomone a Gerusalemme.
I nove, che passarono alla storia come i Templari, trascorsero quasi dieci anni in Terrasanta, facendo ritorno in Francia nel 1128 altrettanto misteriosamente di come ne erano partiti. L'architettura gotica cominciò a fiorire proprio in quell'epoca ma nessuno sa dove e come fu gettato il primo seme di questo stile. Forse i Templari scoprirono la chiave di qualche arcana conoscenza? Ritornarono in Francia serbando segreti che tradussero in pratica con l'aiuto dei cistercensi? Lo stile gotico, di cui Chartres rappresenta una delle espressioni più sublimi, fu il diretto risultato della loro ricerca?
Sull'argomento
sono state presentate tesi controverse, a favore e
contrarie, ma la verità continua a sfuggirci. È possibile
che i Templari abbiano
disseppellito i resti dell'Arca
dell'Alleanza di Mosè o i
segreti in essa racchiusi: la Legge Divina che governa il
Numero, il Peso e la Misura?
Se ne fossero stati effettivamente a conoscenza, i migliori studiosi dell'ordine cistercense avrebbero dovuto dedicare molti anni a decifrare e analizzare questi segreti e a distillarne i principi di geometria sacra che vi sono contenuti in codice. Qualunque sia stata la natura della scoperta, sembra certo che quando un incendio distrusse nel 1194 gran parte della prima cattedrale di Chartres (ma non la tunica della Vergine), i cistercensi ne sapevano abbastanza da applicare in pratica i principi d’ingegneria sacra.
In soli
trent'anni, muratori, vetrai, scultori, geometri, astronomi
e altri esperti e artigiani riuscirono a creare un santuario
così straordinario che solo pochi entrando non ne restano
commossi: le proporzioni, l'orientamento, la posizione e il
simbolismo, tutto è stato concepito per risvegliare la
psiche e ritemprare lo spirito. Il sacro centro della
cattedrale cade tra la seconda e la terza campata del coro e
coincide con l'ubicazione dell'altare originario, sistemato
altrove nel XVI secolo. Il livello dell'acqua del pozzo è a
circa 37 m di profondità sotto quel punto. Sopra di esso,
alla stessa distanza, torreggia il pinnacolo della volta
gotica, dove le ogive incrociate - gli archi appuntiti
caratteristici dell'architettura gotica - sono così
perfettamente proporzionate da dare l'impressione di non
reggere alcun peso.
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giovedì 11 ottobre 2012
Il mistero degli ufo di Hessdalen forse risolto
Il mistero delle strane luci di Hessdalen è
noto da tempo. Sono un fenomeno luminoso che si è manifestato nei
cieli della vallata di Hessdalen, in Norvegia, a partire dagli anni ’80.
Si tratta di grandi dischi di luce di vari colori, tanto luminosi da
rischiarare tutta la valle. Di forme diverse, a volte si fermano a
mezz’aria per più di un’ora prima di sparire.
Numerosi ricercatori internazionali li studiano da anni. Le luci sono
state viste da centinaia di persone (compreso il sottoscritto durante
una missione di ricercatori italiani).Ma ora proprio gli italiani sembrano aver trovato la strada che potrebbe spiegare quelle luci.
Jader Monari e altri ricercatori radio astronomi hanno formulato un’ipotesi molto convincente per spiegare il fenomeno. Il rame e lo zolfo di antiche miniere della valle insieme al ferro presente nelle rocce sul versante opposto della valle darebbero origine a una gigantesca “pila” naturale.
Come in una pila le linee di forza trasportano particelle elettriche che possono dare origine alle “bolle” di luce che si osservano.
Questa tesi spiegherebbe anche perché le luci di Hessdalen (detti anche Ufo di Hessdalen) sarebbero più viswibili durante le aurore, quando dal Sole arrivano particelle elettricamente cariche che innescano il fenomeno.
Il video
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