giovedì 7 febbraio 2013

Machu Picchu

 
Tra storia e mistero Per quale motivo le cronache del XVI secolo non parlano di Machupicchu? Perché non fu distrutta dai conquistadores e dai religiosi icaricati di "estirpare l'idolatria"? Perché una città così importante fu lasciata nell'oblio per centinaia di anni? Le risposte a queste domande sono ancora parzialmente irrisolte: quello che si sa sull'origine, la funzione e la costruzione di Machupicchu resta confinato nell'ambito delle ipotesi.
Un passo indietro
Per gli Inca la valle di Urubamba era la porta della foresta, l'antisuyu. Il fiume che l'attraversa era un tempo conosciuto come Willka Mayu (Fiume del Sole o fiume sacro) e il nevaio che lo origina era chiamato Willkan Uta (Casa del Sole o casa sacra). Willka: il Sole degli aymará, antenato dell'Inti quechua, ma anche "santo" in runa simi o quechua. Il culto solare era dunque ancestrale nella zona.
Prima della nascita del Tawantinsuyu, la valle (nota anche come Tampu) era dominata da piccole signorie locali, tra le quali emergevano i Kanchis (comandati da Pinau Capac) e gli Ayarmacas (soggetti a Tocay Capac). Secondo la leggenda Cusco sarebbe stata fondata da quattro fratelli (Manco Capac, Ayar Uchu, Ayar Kachi e Ayar Auca), ognuno legato a una nazione preesistente: Ayar Uchu rappresenterebbe l'eroe mitico degli antichi Tampu.
Pachacutec fu il primo Inca a lasciare Cusco per conquistare nuove regioni e assoggettò la valle di Urubamba, che divenne insediamento privilegiato della nobiltà inca. La fondazione di Machupicchu risalirebbe proprio all'epoca del suo governo (1438-71). Avvalorano l'ipotesi la datazione del carbonio 14, l'indubbio stile "Inca Imperiale", la fattura della ceramica e la totale assenza di evidenze archeologiche di epoca pre-inca.
Ma qual era la funzione di Machupicchu?

Alcuni ritengono che fosse l'ultimo avamposto delle Ande, il punto di partenza per penetrare nella foresta e assoggettare nuove popolazioni. Per altri sarebbe stato un santuario nascosto, un grande e pacifico Aclla Huasi, dimora delle vergini dedicate al culto degli dei. In base all'esame dei corpi riesumati, la popolazione di Machupicchu (che nel suo apogeo dovette avvicinarsi ai 1000 individui) risulta composta per l'80% da donne.
Con ogni probabilità si trattava di una "llacta", ossia una città amministrativo-religiosa dove risiedevano gli alti funzionari di Stato, i sacerdoti e uno stuolo di servitori e artigiani. Il luogo isolato in cui sorge suggerisce che fosse il rifugio di una parte selezionata della nobiltà inca in caso di attacco. Il ricercatore Waldemar Espinoza Soriano afferma che nemmeno la popolazione andina conosceva l'ubicazione di Machupicchu, fatta eccezione per il "sapa inca" o "unico re" e i facenti parte della famiglia reale di Pachacútec. Aggiunge: "Machupicchu ebbe un ruolo evidentemente difensivo. Fu una llacta di rifugio, con tutti i mezzi per resistere a un assedio e non avere comunicazioni per decenni".
C'è chi sostiene che la città fu utilizzata come ricovero dell'élite inca dopo l'avvento degli spagnoli. Con la morte di Túpac Amaru (1572) non aveva più ragione di funzionare: si spiegherebbe così la mancata conoscenza della città da parte degli spagnoli. Una città di prescelti non può esistere senza il suo eletto.
Quello che si sa con certezza è che la città si spopolò repentinamente e in modo definitivo, fino a scomparire fagocitata dalla foresta.

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