lunedì 5 marzo 2012

Il caso Roswell

Il "caso Roswell" è il più importante e documentato incidente di UFO dell'era moderna. Se la sua esatta datazione e ancora incerta, collocandosi comunque fra il 2 ed il 4 di Luglio 1947, certi sono i luoghi, gli avvenimenti ed i protagonisti che li vissero in prima persona. Tutto questo, nonostante sul caso il Pentagono abbia all'epoca deciso di calare una pesante coltre di silenzio, ufficialmente mantenuta sino ad oggi. Così, durante i primi dieci giorni di quel luglio ormai lontano, il "caso Roswell" finì sulle pagine di tutti i principali giornali del mondo, per poi essere dimenticato. E solo da un quindicennio e stato "ufficiosamente" riaperto da uno stuolo di ricercatori che ne hanno ripercorso millimetricamente i fatti, giungendo alla conclusione che l'incidente accadde realmente e che il Governo statunitense lo mise a tacere, come è stato, nel corso degli anni, per la maggioranza dei testimoni che vi furono direttamente coinvolti.

La cittadina di Roswell in Nuovo Messico aveva nel 1947 un indiscutibile primato strategico: ospitava nelle vicinanze una base aerea dell'Esercito Americano, nel cui perimetro era stanziato il 509 Gruppo Bombardieri, l'unico gruppo da bombardamento al mondo armato con ordigni nucleari, gli stessi che due anni prima avevano posto termine, con Hiroshima e Nagasaki, alla II Guerra Mondiale. Il "caso" nasce il 2 luglio - durante il fine settimana festivo del 4, giorno dell'Indipendenza statunitense - quando il Sig. Dan Wilmot e sua moglie osservano verso le 21.50 un oggetto luminoso discoidale sfrecciare in direzione della località di Corona. Nella notte scoppia un violento temporale, il cielo è coperto, a tratti illuminato da bagliori e squassato dai tuoni. E' in quelle ore, prima dell'alba del 3 luglio che, probabilmente, avviene l'incidente: un UFO (alcuni ricercatori sostengono la tesi di due oggetti coinvolti), per cause mai accertate, precipita nel deserto.

Morti tutti gli occupanti
Nel febbraio del 1950 l'ingegnere civile Barney "Grady" Barnett di Socorro confida ai coniugi Maltais, suoi vecchi amici cui richiede di mantenere il segreto, che il 3 luglio 1947, mentre si trovava per servizio nel deserto nella zona fra Magdalena e Socorro, si era trovato improvvisamente davanti un oggetto metallico discoidale dai 7 ai 9 metri di diametro, cui si era avvicinato a piedi, sino quasi a poterlo toccare. Sul posto intanto erano giunte altre persone (fra cui anche dei giovani, forse studenti) facenti parte di un gruppo archeologico dell'Università della Pennsylvania. Accanto al veicolo schiantato tutti avevano visto, proiettati all'esterno, degli esseri umanoidi ormai privi di vita, di corporatura esile, con teste molto grandi, di carnagione chiara e completamente glabri. Di lì a poco era entrato in scena un camion militare carico di soldati che avrebbero bloccato prontamente e poi allontanato i civili, intimando loro di non fare parola su quanto avevano visto ("per ragioni patriottiche di sicurezza nazionale"), perimetrando la zona. Teatro del fatto sarebbe stato, secondo Barnett, un costone roccioso a ridosso dei cosiddetti Piani di San Agustin, oggi divenuta sede dei radiotelescopi del VLA (Verv Large Array) dell'Osservatorio Nazionale di Radioastronomia degli Stati Uniti.
La credibilità della testimonianza di Barnett è rimasta dubbia, in quanto nessuno e mai stato in grado di interrogarlo in merito, essendo deceduto quando ancora del caso Roswell non si era riparlato. Per quanto riguarda il gruppo di archeologi, non è stato possibile verificare le identità di nessuno di loro.



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